Terrore Broccoli

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Apri il portone del tuo piccolo condominio borghese di una delle tante aree abitate di questa bella Italia e sei sopraffatto da un forte odore che capisci subito non essere del tutto piacevole. Si è proprio quello, l’odore dei broccoli lessi che tanto fanno bene alla salute quanto poco al confort olfattivo. A quel punto la prima cosa che ti viene in mente è chiederti se è normale che almeno uno dei tuoi tanti vicini di casa ogni santo giorno decida di uscire di casa, andare al mercato e prendere la poco profumata decisione di comprare dei broccoli da stufare di li a poco. Sarà quest’odore per il quale i papà si lamentano rientrando a casa dal lavoro o per quella sensazione di panico che ci prendeva da piccoli entrando in sala da pranzo e scorgendo da lontano il piatto da portata strabordante di tanti terrificanti ciuffetti verdi, ma il fatto è che queste verdure non sono mai state nella top ten dei piatti preferiti dal genere umano.

Poi un giorno succede qualcosa che ribalta questa idea e ti rendi subito conto che le cose non sono sempre quello che sembrano ma possono stupirti e in questo caso stuzzicare il gusto, cancellando in pochi secondi anni di costruzioni mentali.

Era una fresca domenica di fine Aprile dalle parti di Venice Beach, per chi non conoscesse, stiamo parlando di una delle aree più “cool” dell’infinita Los Angeles. Eravamo da queste parti per un viaggio che in pochi giorni ci ha portato a conoscere tanti nuovi luoghi e ad assaporare fantastici cibi di cui parlerò pienamente nelle prossime storie.

Ritorniamo alla nostra passeggiata tra le vie di questa piccola area “bohemien“ tanto di moda tra artisti e designer della citta degli angeli. Camminando tra: piccole gallerie d’arte, laboratori creativi, negozi bizzarri, particolari recuperi industriali come “Intelligentsia” e ristoranti quasi tutti dal menù vegetariano; abbiamo deciso, con il prossimamente famoso AB, di fermarci a pranzo da Gjelina.

Un clima frizzante e creativo ci ha subito conquistato appena abbiamo messo piede nel piccolo locale dai toni scuri del grigio e dall’immenso bancone centrale in noce grezzo che riportava alla mente profumi legnosi e un retrogusto leggermente affumicato. Il locale era ricco di personaggi bizzarri perfettamente calati nel ruolo di attori in quella domenica “artistica”. Questo non ci ha spaventato anzi eravamo pienamente confortati dagli sguardi curiosi e pieni d’interessi culturali che ci circondavano.

Ci siamo seduti in un anglo vista strada, in un piccolo tavolo tondo dove era possibile sbirciare fuori e partecipare alla vita rilassata di quel pranzo domenicale.  Di lì a poco un prestante cameriere si è presentato con il menù alla mano e tanti consigli informali sulle specialità del giorno. Come abbiamo detto, si tratta di un ristorante vegetariano, quindi pur avendo un menù molto ricco, la scelta si è indirizzata su pietanze a base di verdure, escludendo per scelta, il tofu o altri ingredienti tipici di questo genere di cucina.

Proprio in questo istante sono stato messo davanti ad una fondamentale scelta che avrebbe sconvolto uno dei pilastri del mio gusto medio-borghese. Nel menu trovo “Glilled Broccoli, Garlic, Chili & Vinegar” un elenco d’ingredienti che non stimolavano affatto la fantasia ma che nella loro semplicità e purezza, stuzzicavano il mio interesse, soprattutto per il fatto che ai famosi broccoli avevo sempre associato concetti negativi e lontani dal piacere di mangiarli.

Sarà stata l’atmosfera o il fatto di essere in un luogo dove il benessere era rappresentato dal cibo vegetariano e dal confort nel gustarlo, ma alla fine ho preso una grande decisione: ”Assaggiamo i broccoli!”.

Che la scelta fosse stata azzeccata è stato chiaro da subito poiché il ragazzotto all’ordine ha sfoggiato un sorriso a trentadue denti sottolineando il momento con la frase: “Good choice!”.

Passano pochi minuti ed eccoli arrivare dal fondo sala, in una piccola scodella bianca in ceramica craklé, i broccoli, sono piccoli, verdi e con tanti fiorellini bruciacchiati. Il colore intenso, striato da parti più scure, è reso brillante da un leggero film di olio evo e piccole gocce scure, presumibilmente di aceto balsamico. La curiosità era tanta ma non ero pronto a questa grande prova di vita che a mia insaputa avrebbe sgretolato un vecchio preconcetto verso questo piccolo vegetale.

La forchetta infilza velocemente uno, due, tre piccoli ciuffetti e velocemente li porta alla bocca. Per bacco, un sapore fresco dal retrogusto affumicato con note acide di aceto e un leggero pizzicorino schiaffeggiano le papille gustative e involontariamente faccio un piccolo sorriso di soddisfazione. Eureka, finalmente dei sapori armonici che esaltano il vegetale così poco curato dalla cucina casalinga italiana, adoro questo procedimento di cottura e ancor più i broccoli grigliati. La bontà di questo semplice piatto è stata prezzata anche da AB che subito dopo ha affermato in modo categorico: “Dobbiamo assolutamente rifarli appena torniamo in Italia”.

Questo piccolo momento di scoperta ed estasi del gusto, ha esaltato una già molto interessante giornata e ha fatto si che tutto il pranzo continuasse in modo rilassato nella ricerca del piacere del palato. A fine pranzo usciamo del locale e ci crogioliamo ancora un po’ al sole della California e alla fresca brezza dell’oceano.

Tornati in Italia, passano solo pochi giorni al momento del secondo incontro.

Scorrazzo tra le corsie con il mio carrello cromato ed eccoli li, li vedo subito, sono tanti tutti vicini e tutti a ciuffetti, sono i broccoli verdi. Il ricordo dell’ultimo incontro mi porta subito a prenderne un paio di mazzetti e metterli al sicuro. Tornato a casa, sono un po’ nervoso per la possibilità di poter sbagliare e non riprovare mai più quel sapore particolare che tanto mi aveva stregato dall’altra parte del mondo ma prendo il coraggio e mi avventuro nella preparazione.


Ricetta:

Li lavo, li taglio e li metto in una teglia da forno. Sminuzzo dell’aglio e cospargo i broccoli con questi piccoli pezzettini bianchi e un po’ di semi di peperoncino seccato, un filo d’olio evo veloce su tutto e metto la teglia al forno ventilato a 240° per circa 20 min. Pian piano i profumi invadono la cucina, si ci siamo, non appena li vedo un po’ abbrustoliti in punta li caccio e ne assaggio subito uno. Ustionante, non è stata una buona idea, meglio aspettare anche perché vanno gustati freddi. Li metto in una pirofila bianca e li lascio riposare. La sera, ormai freddi, li spruzzo con dell’aceto balsamico e il gioco è fatto. Un perfetto piatto di Broccoli al Forno in perfetto stile Gjelina.


Morale:

Cambiare opinione e trovare il modo di farsi piacere qualcosa è sempre possibile, non bisogna mai porsi dei limiti ma soprattutto non bisogna mai smettere di cercare e provare. Prima o poi arriva qualcosa o qualcuno che ci stupirà e cambierà una nostra sicurezza, non è un male se accogliamo il cambiamento come un arricchimento e non una perdita.


Gjelina

1429 Abbot Kinney Blvd Venice, CA 90291


 



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